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Siena
In questo periodo crebbero le sue dimensioni e
si potenziò economicamente attraverso le attività commerciali
dei propri prodotti. In questo modo, nel 1200, presero vita
le attività bancarie, per mezzo delle famiglie più importanti
della città e dai banchieri della Curia Apostolica. I luoghi
più importanti per le transazioni erano lungo il tratto
urbano della Francigena e nella Piazza del Campo, unica
grande piazza della città, che a tutt'oggi esercita un fascino
particolare.
Dopo la resa a Firenze, nel 1559, Siena fu annessa al Granducato
di Toscana, ma i Medici, dopo avervi fatto edificare una
fortezza, la abbandonarono per i due secoli successivi,
portando Siena ad una forte crisi sia economica che demografica
Dall'arrivo della ferrovia in città nel 1850, Siena riprende
vita, dà forza all'antica Università dove vanno ad iscriversi
da ogni parte d'Europa, apre una importante industria farmaceutica
e ripristina l'attività bancaria.
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Storicamente Siena fu fondata dai Romani che,
sul posto di un insediamento etrusco, costituirono, sotto
Ottaviano Augusto, una colonia militare (Saena Julia). Il
Comune medioevale trasse l'insegna (la lupa che allatta i
gemelli) da questa antica origine e che, insieme alla "balzana"
(scudo bianco e nero), fu l'emblema araldico della città.
Siena romana ebbe uno sviluppo piuttosto limitato, soprattutto
per la lontananza della città dalle principali vie consolari
(Aurelia e Cassia) che originariamente passavano lungo il
litorale e lungo la Val di Chiana. Per le stesse ragioni il
cristianesimo si diffuse in territorio senese solamente verso
l'inizio del IV sec. Dopo le prime invasioni barbariche in
Italia e dopo la guerra greco-gotica, Siena subisce una svolta
importante con la conquista longobarda. I Longobardi si insediarono
in buon numero in città e ne promossero una vivace espansione
territoriale a danno della vicina Arezzo. La rete viaria subì
uno spostamento e l'Aurelia e la Cassia che attraversavano
regioni esposte alle incursioni bizantine decaddero, avvantaggiando
la Via Francigena che collegava i domini settentrionali longobardi
con Roma, passando per Siena. Nel 774, il regno longobardo
si arrese a Carlo Magno e Siena fu invasa da funzionari franchi
che si unirono alle famiglie longobarde, originando la più
antica nobiltà senese, fondatrice di abbazie e castelli in
tutto il territorio senese. I legami tra le abbazie e le grandi
casate signorili fondatrici ridussero ai minimi termini le
prospettive dei Siena, dove avevano sede i due organi tradizionali
della vita civile e religiosa: il conte e il vescovo. Il potere
feudale andò scemando e alla morte della contessa Matilde
(1115), la Marca di Tuscia, che sotto la casa di Canossa comprendeva
buona parte dell'odierna Toscana, si frazionò in una serie
di embrionali strutture comunali. Il Comune di Siena, pericolosamente
confinante con il proprio territorio a Firenze guelfa, sua
nemica, si dichiarò ghibellino. A cavallo tra il XII e il
XIII secolo, Siena ebbe una notevole espansione urbanistica
e l'antica civitas altomedievale venne aggregandosi con i
due borghi formatisi a nord e ad est lungo la Via Francigena,
dando luogo ai tre "terzi" di Città, Camollia e San Martino.
Anche le fortune economiche della città progredirono grazie
alle attività creditizie e di cambio che, esercitate sulle
principali piazze europee (Champagne, Fiandre e Inghilterra),
ebbero nella compagnia dei Buonsignori la maggiore entità
bancaria europea del XIII secolo. Sempre nel 1200 venne affermandosi
il grande ospedale senese di S. Maria della Scala, fondato
dai canonici della cattedrale ancor prima del Mille. Si consolidarono
pure l'ufficio della Biccherna (magistratura finanziaria)
ed il Consiglio Generale della Campana. |
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Agli inizi del 1200 il regime podestarile successe a quello
consolare e Siena divenne in Toscana la principale sostenitrice
del successore di Federico II, Manfredi, re di Sicilia. La
guerra contro Firenze culminò con la celebre battaglia di
Monteaperti dove Siena trionfò su Firenze con una strage di
guelfi (4 settembre 1260). Come nei Comuni dell'Italia centro-settentrionale,
anche a Siena il regime podestarile entrò in crisi per il
fiorire, accanto ai ceti patrizi, di quello della borghesia
che esigeva una sua rappresentanza nel governo comunale. A
partire dal 1287, si stabilì a Siena il regime dei Nove che
ebbe lunga durata e fu relativamente tranquillo. I suoi rappresentanti,
prevalentemente appartenenti alla ricca borghesia cittadina,
si alternavano in carica ogni due mesi. Si assiste, in questo
periodo, all'emergere delle grandi famiglie dei Salimbeni,
Tolomei, Sansedoni, Buonsignori, Piccolomini e Gallerani,
nonché a tutta una fioritura di grandi nomi in campo artistico
(Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Ambrogio e Pietro
Lorenzetti, Nicola e Giovanni Pisano, Tino da Camaino e molti
altri). E' di quest'epoca l'inizio della costruzione del Palazzo
Pubblico, il progetto per l'ingrandimento del Duomo e la costruzione
dell'ultima cerchia di mura (ancora esistenti). Nel 1348 Siena,
come gran parte dell'Europa, fu colpita dalla terribile pestilenza
o "morte nera" che causò una ripresa dell'instabilità politica.
Quando nel 1355, il regime dei Nove fu rovesciato, il governo
della città passò ai cosiddetti "Monti" o raggruppamenti di
famiglie magnatizie e borghesi. Fu attiva in questo periodo
Caterina Benincasa, tipica rappresentante della vita religiosa
medievale senese. |
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Per meglio opporsi a Firenze, Siena si pose nell'ultimo
decennio del 1300 sotto la signoria di Gian Galeazzo Visconti
di Milano, ma alla sua morte (1404) riprese la sua turbolenta
vita comunale. Risalgono al XV secolo altri grandi pittori
senesi, nella scultura emerge il rinascimentale Jacopo della
Quercia e il Papa umanista Pio II (Enea Silvio Piccolomini)
promuove l'attività in territorio senese di artisti fiorentini
come Bernardo Rossellino. Alla fine del 1400 Siena dovette
accettare l'alleanza con Carlo V di Spagna, che dette inizio
alla costruzione di una fortezza per ospitare il presidio
spagnolo, scatenando una violenta reazione popolare che portò
alla rottura dell'alleanza (1552) con Carlo V, che quindi
accettò l'appoggio della Firenze di Cosimo I dè Medici. Siena
si alleò con i Francesi ma alla fine, assediata dall'esercito
fiorentino e spagnolo, dovette capitolare e nell'aprile 1555
cedette le armi. Siena divenne possesso del re di Spagna Filippo
II, che lo infeudò a Cosimo I dè Medici. Siena medicea mantenne
vivo il ricordo della passata libertà e lo spirito fazioso
dei suoi abitanti, non potendo più influire sul reggimento
politico, si alimentò della passione per le "contrade". La
tradizione bancaria della città, da privata si fece pubblica
e fu promossa l'evoluzione dell'antico Monte di Pietà, fondato
nel 1472, che prese il nome di Monte dei Paschi nel 1624.
Con l'avvento degli Asburgo-Lorena (1737), scomparvero le
ultime vestigia della Repubblica e la città entrò a far parte
integrante del Granducato di Toscana. La sua marcata individualità
spirituale è tuttavia sottolineata oggi dall'attaccamento
alle vecchie contrade ed al Palio, la manifestazione più evidente
del carattere vivace dei suoi abitanti. |
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