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Lucca
Storicamente le prime
tracce di stanziamenti umani rinvenuti sul territorio di
Lucca riconducono ai Liguri. Sembra, infatti, che Lucca
sia stata fondata su di un’isola del fiume Auser (dal medioevo
chiamato Serchio): l’ipotesi pare essere confermata dalla
radice ligure-celtica "luk" che indica un luogo paludoso.
Furono comunque gli Etruschi, tra il VII e VI secolo a.C.,
a dare il primo decisivo contributo all’espansione demografica,
economica e civile del territorio.
La notizia più antica relativa a Lucca compare nelle Storie
di Tito Livio e risale al 218 a.C. quando in città trova
riparo il console romano Sempronio Longo dopo la sconfitta
subita sul Trebbia da parte di Annibale. A conclusione della
lunga campagna militare condotta da Roma contro i liguri
Apuani, Lucca nel 180 a.C. viene costituita colonia latina
e, insieme alla città ed al contado di Pisa, aggregata alla
provincia di Liguria. Nel 89 a.C. diviene municipio e nel
59 a.C. è sede dell’incontro del primo triumvirato tra Pompeo,
Cesare e Crasso. Durante la vita dell’Impero, la città diventa
un importante nodo stradale (e forse anche una stazione
militare) tra le vie Cassia, Clodia e Aurelia di Emilio
Scauro e conosce il suo periodo di maggior floridezza, soprattutto
tra il I e II secolo d.C. Gli importanti reperti archeologici,
quali i resti delle prime mura, dell’Anfiteatro, delle terme
di Massaciuccoli e del teatro, attestano ancora oggi il
passato romano di Lucca.
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Con la caduta dell’Impero Romano di Occidente
nel 476 d.C. la città viene occupata prima dai Goti, poi dai
Bizantini (552) ed infine dai Longobardi (570), sotto i quali
diventa capitale della Tuscia e sede di un importante ducato.
Ai longobardi, convertiti al cattolicesimo, si deve anche
la costruzione delle più antiche chiese lucchesi e l’insediamento
di un potente vescovado. Con l’avvento dell’Impero Carolingio
la città perde il suo primato sulle altre città toscane (Firenze
è la nuova capitale della Tuscia). Tra il X e XI secolo Lucca
conosce il suo periodo di maggior decadenza. Ma già con il
XII secolo la vita della città riprende slancio: si incrementano
le attività mercantili, viene istituita una nuova zecca e
per l’importanza dei suoi traffici si ritrova in aperta rivalità
con Genova e Pisa. Nelle campagne si consolidano i Signori
feudali mentre in città nuove classi si affermano con l’appoggio
dell’Imperatore che nel 1081 concede a Lucca l’esenzione dagli
obblighi di vassallaggio dando nuova linfa ai commerci cittadini.
Nonostante le numerose lotte contro Firenze, Arezzo, Siena,
Prato, Orvieto e San Miniato, il periodo che va dal XII al
XIII secolo è sicuramente tra i più prosperi della storia
lucchese. Il commercio della seta e l’attività dei suoi mercanti
e banchieri (nel corso del ‘200 le compagnie di mercanti -
banchieri lucchesi si costituiscono anche nei più importanti
centri d’Europa) danno prestigio e ricchezza alla città che
nel 1119 si costituisce in libero comune. Con la dieta di
S. Genesio nel 1162 i lucchesi ottengono la piena sanzione
da parte dell’Imperatore Federico Barbarossa delle istituzioni
comunali, dietro riconoscimento da parte loro dell’autorità
imperiale. E’ nel corso del Trecento che la città conosce
un importante ampliamento delle proprie dimensioni con la
costruzione dei quartieri periferici di S. Frediano e di S.
Maria Forisportam. |
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Le complesse rivalità fra Guelfi e Ghibellini,
prima, e tra Bianchi e Neri, poi, unitamente alle ambizioni
delle famiglie più potenti, portano ad un ridimensionamento
progressivo delle forze del libero Comune di Lucca: nel 1314,
infatti, il tiranno Uguccione della Faggiola, Signore di Pisa
e capo dei Ghibellini toscani, si impadronisce della città.
Sono necessari due anni ai lucchesi per ripristinare l’autorità
sulla città, grazie anche al capitano generale Castruccio
Castracani. Il governo di quest'ultimo coincide con il periodo
di maggior espansione del comune che conquista in pochi anni
Pistoia, Volterra e Luni, sconfiggendo anche i fiorentini
nella battaglia di Altopascio nel 1325 e nel 1327. L’espansione
lucchese viene tragicamente arrestata dalla morte del Castracani
stesso, colpito da un attacco di malaria nel 1328 durante
la marcia trionfale verso Firenze. Un nuovo periodo di decadenza
inizia con la scomparsa del valoroso condottiero. La città
passa da una Signoria all’altra; da re Giovanni di Boemia,
ai Rossi, già signori di Parma, agli Scaligeri, fino alla
definitiva vittoria di Pisa nel 1342. Il giogo pisano si protrae
sino al 7 aprile del 1369, quando i lucchesi ottengono dall’Imperatore
Carlo IV un decreto di piena autonomia. Il comune entra ancora
una volta in una fase di piena espansione economica anche
se continuano le dure lotte tra le famiglie lucchesi per il
predominio politico. Dal 1400 al 1430 Lucca è dominata da
Paolo Guinigi, la cui famiglia prevale sui rivali Forteguerra:
in questi anni le arti ed i commerci ricevono nuovo impulso,
arricchendo ed abbellendo la città. Si deve proprio al Guinigi
la commissione a Jacopo della Quercia del bellissimo sarcofago
funerario per la moglie Ilaria Carretto, morta in giovane
età. I Guinigi vengono rovesciati nel 1430 da una congiura
di nobili appoggiati da Francesco Sforza, condottiero al soldo
di Filippo Maria Visconti. |
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Con la discesa in Italia di Carlo VIII
nel 1494, lo stato lucchese, grazie alla propria consolidata
diplomazia e alle ricchezze economiche, opera una politica
di equilibrio tra Francia e Spagna. Gli Imperatori Massimiliano
e Carlo V confermano alla città gli antichi privilegi, nonostante
alcune perdite territoriali in Garfagnana ed in Versilia.
Con la metà del XVI si intensificano i tentativi dei Medici
di espandere a tutta la Toscana il loro predominio: è in questo
periodo che vengono iniziati i lavori per la costruzione della
terza, poderosa, cinta muraria, capace di resistere alle artiglierie
di qualsiasi aggressore. Per tutelare al meglio la propria
indipendenza, Lucca si costituisce nel 1556 in Repubblica
aristocratica (assetto istituzionale che dura sino al 1799)
con la Riforma Martiniana (dal nome del Gonfaloniere Martino
Bernardini) che riserva ai soli lucchesi l’accesso alle cariche
pubbliche. A partire dal Cinquecento, la città conosce uno
straordinario sviluppo della cultura musicale grazie all’opera
dei maestri Guami, Malvezzi, Gregori, Gasperini, Gemignani
e Boccherini. La grande tradizione lucchese culminerà qualche
secolo più tardi con il Giacomo Puccini (1858-1924), ultimo
rappresentante di una famiglia di insigni musicisti. L’assetto
istituzionale aristocratico della città si consolida nel 1628
con la riforma del Libro d’oro contenente i nomi delle famiglie
nobili tra cui scegliere i governanti. Durante il XVII secolo
vengono continuati e conclusi (1645) i lavori di costruzione
della imponente cinta muraria. Il settecento vede un ulteriore
crescita culturale della città: l’Accademia degli Oscuri,
la Congregazione dei Chierici ed i Fisici danno un grande
contributo alla vita intellettuale di Lucca che promuove,
nel 1759, la prima edizione italiana dell’Encyclopédie di
D. Diderot e J. D’Alembert. Tuttavia un lento e inarrestabile
declino trascina la repubblica. Il processo culmina con l’arrivo
delle truppe rivoluzionarie francesi, il 22 gennaio del 1799,
che impongono alla città un governo democratico. Tre anni
dopo Napoleone dà a Lucca un nuovo Statuto, trasformandola
nel 1805 in un Principato, il cui governo viene affidato alla
sorella Elisa, moglie di Felice Baciocchi. Sono anni di grandi
riforme a favore del popolo, della borghesia colta e dei professionisti;
le arti e le scienze ricevono nuova dinamicità e vengono portate
a compimento molte opere di pubblica utilità. |
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Caduto l’Impero napoleonico, dopo la breve reggenza
austriaca (1815-1817), nel 1817 Lucca diviene un Ducato e
passa sotto il dominio di Maria Luisa Borbone di Spagna (1817-1824)
prima, e di suo figlio Carlo Ludovico (1824-1847) poi. Durante
il governo borbonico si attua un importante ed intensa opera
di razionalizzazione architettonica della città, grazie soprattutto
al genio di Lorenzo Nottolini, al quale si deve anche la creazione
della stupenda passeggiata sulle mura urbane. Nasce negli
stessi anni la Cassa di Risparmio, ed inizia lo sviluppo del
centro balneare di Viareggio e di quello termale di Bagni
di Lucca. Nel 1847, con la morte di Maria Luigia d’Asburgo
Lorena il Ducato di Parma e Piacenza torna (secondo gli accordi
del Congresso di Vienna) ai Borbone che lasciano così Lucca,
la quale viene annessa al Granducato di Toscana di Leopoldo
II. Con il plebiscito dell’11 marzo 1860 il Granducato viene
annesso al Piemonte che completerà il processo dell’Unità
Nazionale l’anno successivo. |
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